Primo Ciclo di Incontri - "Levar le mani su di sè"

“Levar le mani su di sé”

Coordinatore: dr. Roberto Cargnelli

Redazione progetto: prof.ssa Anna Minio

Comitato Scientifico: dr. Roberto Cargnelli, dr. Luigi Colusso, dott.ssa Gina Di Cataldo, prof.ssa Anna Mini

E’ disponibile on-line il deplian del Primo Ciclo di Incontri avviato dalla Fondazione Alvise Marotta.Il ciclo di incontri è aperto a tutte le figure di educatori nel senso esteso del termine e ha per tema il rapporto tra adolescenti e il suicidio. Si è deciso di affrontare questo argomento, delicato e complesso, per creare ed offrire una occasione di riflessione su un aspetto della vita giovanile con cui molti hanno drammaticamente fatto i conti, in particolare, durante questi ultimi anni.

  1. Giovedì 21 ottobre 2005: prof. Salvatore Capodieci “Il suicidio giovanile: modalità, significati e impatto sui sopravvissuti”. Scarica le slide in versione PDF: 2 slide per foglio 4 slide per foglio, spiega meglio.
  2. Giovedì 27 ottobre 2005: prof. Francesco Campione “La storia naturale dei suicidi, riusciti e tentati: il prima e il dopo.” non abbiamo nulla.
  3. Giovedì 10 novembre 2005: dott.ssa Gina Di Cataldo “Un lutto improvviso colpisce la scuola: un’ipotesi di intervento. Presentazione di un progetto di prevenzione.”
  4. Giovedì 17 novembre 2005: dott. Luigi Colusso “Adolescenti e suicidio”
  5. Giovedì 24 novembre 2005: prof. Marco Sambin “Spazio dei partecipanti: valutazione del percorso compiuto”
Obiettivi del primo ciclo di incontri

La morte del compagno o della compagna di classe fa vivere una dimensione assolutamente straordinaria del dolore, in quanto evento che appare non naturale, non legato al caso/incidente e/o a malattia. I compagni hanno la necessità di rielaborare il lutto e con essi l’educatore che si trova anch’esso ad affrontare la morte in una dimensione che poco si comprende e ancor meno si accetta. Prima di poter essere di aiuto l’educatore ha bisogno di rielaborare la propria condizione di dolente, di cercare di riflettere sulla perdita non come sconfitta umana e professionale, di non rimuovere il senso di colpa che, più o meno consapevolmente, lo attraversa quanto piuttosto di affrontarlo e elaborarlo. Il primo obiettivo degli incontri, dunque, è porre la necessaria attenzione sulla persona che ha bisogno di far propri strumenti professionali per interagire con se stesso in prima istanza e solo poi con i giovani. La centralità dell’educatore da noi sottolineata va intesa come conditio sine qua non per affrontare adeguatamente il secondo obiettivo dell’iniziativa e cioè la relazione con la classe e con i singoli alunni che in un certo senso vivono la dolorosa esperienza di essere vivi

 Finalità generali del primo ciclo di incontri

L’esperienza della morte di uno studente o di un suo familiare o amico è sempre un evento difficile da affrontare; come abbiamo visto, lo è anche dal punto di vista della comunicazione e della relazione scolastica e della elaborazione del cordoglio conseguente. L’evento è ancora più drammatico se provocato volontariamente/ autoprovocato. Nel caso del suicidio di un adolescente che è allievo e compagno, rispettivamente di insegnanti e di adolescenti come lui/lei, maggiormente complessa è la riflessione sull’atto di “levar la mano su di sé”, per le implicazioni relazionali, affettive, professionali, psicologiche. Rielaborare il distacco è molto più difficile per tutti i soggetti coinvolti, affrontare la perdita e l’implicito – anche se raramente verbalizzato – senso di colpa, è esperienza che segna profondamente l’educatore in quanto persona e poi, gli allievi e le famiglie. Si intende creare, con l’aiuto di esperti, una occasione di riflessione e discussione comune su questo tema specifico.