Disturbo Bipolare

E’ un quadro caratterizzato dall’alternarsi di episodi depressivi e di episodi maniacali; un singolo episodio di mania può essere sufficiente per la diagnosi, dal momento che in nove casi su dieci di esordio con episodio maniacale si andrà incontro ad un disturbo depressivo.
Mania e depressione non sono due poli opposti, sono due facce della stessa medaglia. Il disturbo bipolare è un disturbo ricorrente, tende a ricorrere nella vita dell’individuo tanto da essere talvolta considerato un continuum ciclico, un’alternarsi fra episodi e momenti di compenso.
La durata dei cicli di malattia e delle fasi di compenso è variabile e dipende da caso a caso; alcuni soggetti hanno cicli molto ampi, con lunghe pause di benessere, altri si caratterizzano invece per la rapida ciclicità (3 o più episodi l’anno circa il 20% dei bipolari), oppure, in un basso numero, per l’assenza di intervalli.
L’età tipica d’esordio del disturbo bipolare è tra i 20 e i 30 anni, ma può insorgere a tutte le età; non c’è differenza tra uomo e donna anche se le donne hanno più episodi depressivi che maniacali.
Il primo episodio può essere indifferentemente maniacale o depressivo; quando il primo episodio è maniacale si tende ad avere più disturbi maniacali di quelli depressivi e viceversa.
È stato calcolato che circa il 40% dei soggetti ha più di 10 episodi nella vita anche se il numero medio di episodi è 9. Col passare degli anni l’intervallo libero tra gli episodi tende a accorciarsi anche se tra un episodio e l’altro in genere si ha un recupero completo; il 10% dei pazienti ha episodi così ravvicinati, privi di periodi di recupero, da dare l’idea di una malattia continua, cronica.
I quadri con cui può presentarsi un disturbo bipolare sono molti, perché i sintomi possono variare da un estremo all’altro dell’umore sia per qualità che per numero che per intensità; questo ha spinto gli studiosi ad introdurre il concetto di Spettro Bipolare, inteso come un’ampia gamma di quadri in cui il bipolare tipico non è che la punta di un iceberg.


Quadri psichiatrici riconducibili al Disturbo Bipolare

I quadri più importanti e diffusi sono:

  • Disturbo bipolare I: anche definito in passato psicosi maniaco-depressiva: colpisce più frequentemente gli uomini ed è caratterizzato da episodi maniacali e depressivi di gravità analoga.
  • Disturbo bipolare II: è il più diffuso, colpisce di più le donne ed è caratterizzato da episodi depressivi più gravi degli episodi maniacali.
  • Disturbo Bipolare I con depressione sfumata (cosiddetti monopolari maniacali o “maniacali puri”).
  • Disturbo ciclotimico (o ciclotimia): oscillazioni continue dell’umore, sempre un po’ superiori rispetto a quelle che si hanno fisiologicamente.

    Modalità di espressione della mania

Ipomania
Stato ai limiti dell’euforia fisiologica: umore esaltato, gioioso, imperturbabile, iperattività, voglia di fare, sicurezza nelle proprie capacità accompagnato da una maggiore irritabilità emotiva: il soggetto comincia ad essere intollerante, esigente, menefreghista, insistente; la contraddizione esterna porta a scoppi di rabbia violenti; non c’è compromissione del normale funzionamento sociale, né necessità di ospedalizzazione.

Mania Acuta

Il quadro è caratterizzato dalla labilità, cioè dalla fluttuazione rapida dell’umore, anche nel giro di pochi secondi; il soggetto è pomposo, incline al pianto o alla rabbia.
Nelle manifestazioni più acute aumentando la pressione a fare attività, il terrore e l’eccitamento, il soggetto diventa violento e attacca i presunti persecutori; è estremamente distraibile, ma approssimativamente orientato; nelle forme deliranti si possono elaborare deliri persecutori che sono accompagnati da violenta smania; nelle forme confusionarie si ha annebbiamento di coscienza, si entra in uno stato delirante, estremamente debilitante, il soggetto appare agitato, confuso, febbricitante, disidratato, non si alimenta e può morire per le complicanze fisiche.
Questo quadro è la prima causa di ricovero forzato.
Frequentemente il primo episodio di mania è cronologicamente successivo ad un evento stressante (puerperio, lutto, disendocrinie) che può ridurre la capacità di compenso e recupero (più facilmente se c’è una predisposizione psico biologica).
La mania esordisce in modo rapido, da qualche ora a qualche giorno; la durata è variabile (4-13 mesi), e l’intervento farmacologico tempestivo la riduce sensibilmente (in media a 2 mesi e mezzo).

Stati Misti
In questi quadri i sintomi della mania si intrecciano a quelli della depressione, c’è un’estrema variabilità di sentimenti nell’arco della stessa giornata o persino della stessa ora.
Si parla di stato misto quando si ha una instabilità dell’umore e una rapida fluttuazione tra due stati d’animo opposti. Ad esempio possono presentarsi durante i passaggi tra episodi depressivi e episodi maniacali che si susseguono senza soluzione di continuo o con pochi giorni di intervallo; più raramente gli episodi misti sono episodi a sé stanti. Lo stato misto ha una durata maggiore dell’episodio maniacale puro (la sintomatologia depressiva è più duratura).

Ciclotimia

La ciclotimia è una condizione timica caratterizzata da continue fluttuazioni dell’umore, dell’attività, delle performance sessuali, del sonno; i soggetti considerano il proprio stato ipertimico (cioè il momento euforico) come la normalità, sono quindi poco tolleranti riguardo all’ordinaria infelicità. E’ molto probabile che si tratti di una forma attenuata di disturbo bipolare, infatti:

  • è un disturbo bifasico a rapide oscillazioni;
  • l’esordio e il decorso sono sovrapponibili a quelli dei disturbi bipolari;
  • esiste una familiarità incrociata reciproca: i ciclotimici hanno spesso familiarità per i disturbi bipolari veri e i bipolari veri hanno spesso familiarità per la ciclotimia;
  • l’umore viene controllato dagli stabilizzanti dell’umore, come il Litio, usati nella terapia dei bipolari;
  • hanno gli stessi esiti a lungo termine.

Vista l’estrema variabilità dei quadri sintomatologica appare opportuno parlare di Spettro Depressivo e di Spettro Bipolare intendendo con questi termini un continuum di patologie che sfumano da un quadro all’altro.

Fattori a cui è imputabile la malattia

Molti fattori possono scatenare gli episodi affettivi in soggetti predisposti, che abbiano familiarità o che abbiano già sofferto di disturbi dell’umore:

  • utilizzo di sostanze psicoattive: cocaina, amfetamine ,cannabis, alcool
  • traumi cranici o lesioni vascolari
  • eventi (soprattutto di perdita, tipo lutto, separazione o cambiamenti importanti come il termine di un ciclo di studi o di lavoro).
  • il periodo del post-partum
  • malattie endocrine come ipertiroidismo e morbo di cushing
  • utilizzo incongruo di antidepressivi

     

La presenza del fenomeno suicidiario

È importante sottolineare che nel disturbo bipolare la mortalità è molto elevata, sia perché il rischio di suicidio è 30 volte superiore a quello della popolazione generale, sia per gli effetti della malattia su aspetti di vita (incidenti, digiuno e disidratazione, tendenza a sottovalutare i pericoli) e per malattie organiche (soprattutto cardiovascolari) .

La depressione nel disturbo bipolare si presenta in modo simile alla depressione maggiore anche se nel disturbo bipolare per il caratteristico dualismo i sintomi depressivi possono essere inquinati da lievi sfumature maniacali e quindi esistono delle minime differenze riguardo a:

  • più tentativi di suicidio,
  • maggior abuso di alcool,
  • maggiore frequenza dei deliri.

A cura della Dottoressa Claudia Ravaldi, psichiatra e psicoterapeuta.
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